“Giulio Castelli. La cultura imprenditoriale del sistema design” è una mostra a cura di Federica Sala che l’ADI-Associazione per il Disegno Industriale dedica, al centenario dalla nascita, all’imprenditore Giulio Castelli, tra i padri fondatori dell’associazione stessa e suo primo presidente. Si tratta di una figura il cui contributo è stato fondamentale nel fondare il sistema del design italiano e nel dare riconoscibilità alla professione del designer.
Giulio Castelli, ingegnere chimico e alunno del professor Giulio Natta (futuro premio Nobel per la chimica), è stato fondatore di Kartell, azienda leader nella produzione industriale di oggetti di design in materiale plastico.
Fin dagli inizi della sua carriera, l’imprenditore milanese ha fatto parte di un gruppo di tecnici e artisti che si sono battuti per l’affermazione del buon disegno nella produzione italiana. Insieme a Gillo Dorfles, Ignazio Gardella, Vico Magistretti, Bruno Munari, Angelo Mangiarotti, Marcello Nizzoli, Antonio Pellizzari, Enrico Peressutti, Alberto Rosselli e Albe Steiner, fu membro, nel 1956, del comitato promotore dell’Associazione per il Disegno Industriale ADI. Il più lungo sodalizio lavorativo e intellettuale lo intraprese tuttavia con sua moglie, l’architetto Anna Castelli Ferrieri. Con la sua vicinanza agli esponenti del Movimento Moderno, Anna portò infatti con sé quella cultura progettuale che divenne poi la colonna vertebrale dell’azienda.
A Castelli venne riconosciuto il Premio speciale per i 50 Anni del Premio Compasso d’Oro ADI e, nel 2004, l’Ambrogino d’Oro, massima onorificenza cittadina conferitagli da Gabriele Albertini, sindaco di Milano.
Tra i prodotti più importanti e innovativi della Kartell, si ricordano il secchio tondo con coperchio in polietilene di Gino Colombini, con cui l’azienda ottiene il primo Premio Compasso d’Oro, e la seggiolina sovrapponibile per bambini di Marco Zanuso e Richard Sapper, primo oggetto di arredamento della collezione Kartell e prima sedia al mondo prodotta interamente in materiale plastico. Nel 1979 l’azienda ha ricevuto il Compasso d’Oro per “la politica aziendale basata sulla coerenza della progettazione dei suoi prodotti e su una costante ricerca ed immagine evolutiva”.
Federica Sala